Intervista
all'UOMO DI SUCCESSO DEL MESE
Domenico
Zucchetti
Nato
nel 1938 a Cornegliano Laudense (LO), presidente dell'omonima società.
ESPERIENZE
PROFESSIONALI
Laureato in economia e commercio alla Cattolica di Milano nel 1960.
Dopo il servizio militare, lavora presso la Innocenti di Milano che
lascia per l'insegnamento. Nel 1973 inizia l'attività di commercialista
e, nel 1978, realizza le prime dichiarazioni dei redditi totalmente
automatizzate d'Italia: questo segna il punto di partenza di ciò che
attualmente è la Zucchetti. Alle procedure per i commercialisti seguiranno
quelle per i consulenti del lavoro, della rilevazione presenze ecc.,
fino ad offrire programmi gestionali adatti a quasi tutte le aziende
del mercato italiano, al punto tale che oggi Zucchetti può pubblicizzare
un'offerta….. che non ha confronti né in Italia né in Europa! E' sposato
ed ha due figli: Cristina di anni 29 e Alessandro di anni 26, a loro
volta laureati in economia aziendale alla Bocconi; attualmente lavorano
entrambi in azienda.
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Per quale motivo ha accettato di fare questa intervista?
Spero che qualche risposta possa essere utile ai giovani; ritengo
inoltre che il tempo dedicato serva per fare loro conoscere, sia pure
indirettamente, la Zucchetti.
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Proviamo a ripercorrere le tappe della sua carriera … partendo dalla
sua adolescenza, chi pensava di diventare "da grande"?
Il mio primo sogno era quello di diventare avvocato ma, anche se pensavo
di saper cogliere l'essenza delle questioni, sapevo di non essere
abile nel parlare; come alternativa speravo di laurearmi e di fare
un'attività commerciale, ma ritenevo che fosse difficile iniziare
ed essere introdotto in certi ambienti.
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Come immaginava il suo futuro?
Quando frequentavo la facoltà di economia e commercio, all'Università
Cattolica di Milano, speravo di poter fare il dottore commercialista;
sogno che in seguito ho realizzato dopo alcune esperienze come dipendente
presso le aziende.
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E nel disegnare la sua vita futura, cosa provava, cosa sentiva, cosa
vedeva?
Facevo tanti sogni come la sig.ra Rosina che andava al mercato a vendere
le uova che portava sulla testa, anche se temevo di fare la sua fine,
che ha fatto cadere le uova e con esse tutti i sogni che si potevano
realizzare col ricavato della vendita delle stesse.
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Quali esperienze formative hanno veramente segnato l'inizio della
sua carriera?
L'esperienza fatta in alcune aziende non ha contribuito molto alla
mia formazione professionale; direi che l'esperienza me la sono creata
soprattutto strada facendo e leggendo molti libri e riviste di natura
comportamentale, organizzativa e strategica. Anche la mia professione
di dottore commercialista l'ho iniziata senza aver fatto la tradizionale
pratica presso un altro studio; non è escluso che, il non aver fatto
il praticantato, che può sembrare una carenza, sia stato un bene,
perché spesso le esperienze, anziché essere un momento di formazione,
diventano dei pesanti condizionamenti nello svolgimento dell'attività
futura.
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Quali persone hanno contribuito direttamente o indirettamente alla
costruzione del Suo successo e perché?
Molte delle persone che hanno lavorato e che tuttora lavorano con
me.
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Ci sono delle regole di vita che segue quotidianamente, un particolare
regime alimentare, attività fisico/sportiva, ritmi di lavoro e di
riposo o altro.?
Nessuna regola in particolare, anzi c'è una forte trasgressione di
quelle che sono le buone regole di alimentazione a causa di un consumo
esagerato di cioccolato fondente.
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Mi descrive una Sua giornata tipo?
Mi alzo spesso molto presto; in passato, prima di andare in ufficio
(per le 8.30 solitamente) dedicavo le prime ore alla lettura di libri
e riviste e magari anche del giornale del giorno prima; fino a qualche
anno fa, alcune volte, appena alzato facevo jogging per 15-20 minuti;
da un paio di anni purtroppo mi ritrovo sempre più frequentemente
a leggere documenti di lavoro. Verso le 7.30, mentre mi metto in ordine,
per essere informato su quel che accade, ascolto la rassegna stampa
alla radio, poiché durante la giornata - non per mancanza di tempo,
ma per abitudine - solitamente non guardo il giornale. Dopo colazione,
mi reco in ufficio dove in genere mi trattengo oltre le ore 20 (escluso
una pausa per il pranzo, durante la quale in estate faccio frequentemente
una nuotata in piscina). Durante la cena o al termine della stessa
- per quanto riguarda il lavoro - mi limito ad eventuali incontri
con altre persone cercando di evitare di operare <<sulle carte>>
(es.: contratti, relazioni, ecc.) perché, quando lo faccio, fatico
a prendere sonno.
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Quale Suo aspetto caratteriale ritiene abbia maggiormente influenzato
il raggiungimento del suo successo, quale invece ha dovuto maggiormente
impegnarsi a modificare?
Anche dopo l'età infantile ho continuato ad essere molto curioso come
i bambini; a non dare mai niente per scontato, ad avere sempre voglia
di fare cose nuove, cercando di vedere anche la faccia nascosta delle
stesse: questo atteggiamento - che di frequente molti dicevano fosse
<<da bastian contrario>> - nel tempo mi
ha portato ad entrare in settori diversi. Naturalmente, qualsiasi
cosa si faccia occorre avere un progetto preciso nella testa, anche
se lo stesso va costantemente modificato, magari anche subito dopo
aver preso una decisione, perché i continui cambiamenti del mercato,
le improvvise azioni dei concorrenti e l'uscita di nuove tecnologie
costringono sempre ad adeguarlo.
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Quali sono i maggiori sacrifici che ha sostenuto per raggiungere i
Suoi obiettivi e quindi concretizzare i suoi sogni?
Ho sicuramente sacrificato la famiglia; tra l'altro, anche quando
sono con i miei famigliari frequentemente la mia mente, senza volerlo,
pensa a questioni di lavoro.
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Quando deve prendere una decisione importante come si comporta e cosa
prova?
Agli inizi dell'attività imprenditoriale, prima di prendere decisioni
importanti, alcune volte provavo tensione, non tanto per la decisione
in se stessa, ma per l'attesa della conclusione, che frequentemente
non dipendeva da me, ma dagli altri; oggi, generalmente non provo
più apprensione sia perché cerco di chiudere le questioni aperte nel
più breve tempo possibile sia perché per poter fare l'imprenditore
non si può provare preoccupazione nel prendere le decisioni, in quanto
in un momento di così improvvisi e continui cambiamenti e di conseguenti
scelte, provare tensione per ciò che si deve decidere, vorrebbe dire
vivere sempre in compagnia dell'ansia e in tali condizioni è meglio
cambiare mestiere.
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In che tempi matura, solitamente, le sue decisioni?
Nel giro di qualche secondo, durante i quali vedo immediatamente i
pro ed i contro principali delle varie questioni; il processo mentale
veloce non è una cosa fuori dal comune, del resto molte persone devono
decidere in tempi ancora più ristretti: basti pensare ai piloti ed
ai ragazzini che giocano con i video game.
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Se la decisione si rivela poi errata o poco rispondente alle sue stesse
aspettative, come si comporta?
Quando ci si accorge che una decisione è errata si deve cambiare subito
rotta. Se si tratta di un investimento sbagliato è meglio metterci
una croce sopra, nel più breve tempo possibile, anche se le somme
spese sono elevate; voler continuare con l'intento di recuperare l'investimento
porta sempre a perdere molto di più.
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Esiste un modello di uomo /donna di successo a cui si ispira?
E' un uomo o donna che incarna il buon senso e la voglia di migliorare
e cambiare.
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Come sceglie i Suoi collaboratori, e quali caratteristiche devono
avere?
Li scelgo per la competenza che hanno nei vari settori in cui opereranno,
nonché per il buon senso e la flessibilità, che sono qualità necessarie
in qualsiasi area si svolga l'attività.
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Cosa fa per motivarli a sviluppare al massimo le loro potenzialità?
Per la verità faccio poco per sviluppare le loro potenzialità; però
li lascio molto liberi nello svolgimento della loro attività affinché
possano esprimere tutte le loro potenzialità; sono però sempre a loro
disposizione per dare un parere o un suggerimento. Personalmente penso
che la formazione sia soprattutto autoformazione, anche se sicuramente
in un contesto aperto all'innovazione, come la Zucchetti, nella quale
si mette sempre in discussione tutto quel che si fa, è certamente
più facile crescere.
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Di fronte all'insuccesso come si comporta?
Penso che per avere successo sia necessario aver sperimentato anche
l'insuccesso, perché le esperienze negative si interiorizzano <<entrano
nel proprio DNA>> e aiutano molto nelle decisioni successive; inoltre,
l'insuccesso fortifica l'animo e il carattere: l'importante è reagire
sempre, perché aver successo occorre sapersi rialzare una volta di
più di quelle che si è caduti.
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Come descriverebbe Se Stesso e la Sua vita con una metafora?
Rifuggendo dalla metafora penso di essere una persona normale, di
buon senso, che ha cercato di circondarsi di persone in gamba e che
ha avuto un po' di fortuna.
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Una frase che racchiude la Sua personalità, la Sua vita, il Suo successo
e La motiva in modo particolare?
"Chi vuole sperimentare qualcosa di nuovo troverà il nemico più agguerrito
nella propria azienda e in se stesso. Se non si riesce a sconfiggere
questo nemico non si fa nessun progresso. Abbiamo incontrato il nemico:
il nemico siamo noi." (K. Ishikawa, Che cos'è la qualità totale ed.
Il Sole 24 Ore).
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Un amico/nemico, un collega/antagonista, un degno rivale con cui si
confronta nella vita e nel lavoro?
Di amici/nemici, di colleghi/antagonisti e di rivali con cui mi misuro
non ne ho; anche se sono abituato a confrontare costantemente le mie
idee in azienda con persone, che naturalmente non sono né nemici né
antagonisti né rivali; sicuramente per me sono state molto formative
e stimolanti le letture e le interviste di uomini che hanno avuto
successo, anche in settori diversi da quello economico, come ad esempio
il libro MARLBOROUGH di Winston Churchill, che consiglio a chi vuol
fare l'imprenditore; anche se è di 1.350 pagine!
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Cosa consiglierebbe ai suoi figli o comunque ad un giovane che la
vede come modello?
Prima di tutto lo rassicurerei sul fatto che fare l'imprenditore non
è così difficile come può apparire a chi vede le cose dall'esterno;
gli farei pure presente che chi ha come obiettivo principale il guadagno
difficilmente potrà aver successo, così pure che è interesse degli
stessi proprietari dell'azienda, nonché del personale che vi lavora,
che la ditta non sia gestita direttamente da qualcuno solo perché
è proprietario, ma che è necessario che se quest'ultimo non ha certe
caratteristiche è importante che si limiti a scegliere - così pure
rimuovere se è necessario - la persona più adatta per guidare l'azienda
nei vari momenti: a seconda cioè che ci si trovi nella fase di crescita
o di riorganizzazione, anche se penso che in futuro servirà sempre
più che le aziende siano gestite da persone che abbiano contemporaneamente
le capacità sia di far crescere l'azienda che di riorganizzarla, unita
anche ad una continua capacità di innovare.
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Quali sfide per il futuro…?
Come ho appena detto, la capacità di innovare e di entrare sempre
in settori nuovi, ma complementari ai business principali, allargando
e migliorando così l'offerta di prodotti e servizi.
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Ecco cosa pensano di Domenico Zucchetti - che tutti in azienda chiamano
Mino - alcuni dei suoi più stretti collaboratori.
Per quanto riguarda la risposta a questa domanda ho fatto raccogliere
dal servizio marketing della Zucchetti i pareri di alcuni amministratori
delle società del gruppo:
GIOVANNI
BARTOLI (amministratore della Zucchetti.com e della Zucchetti Enti
Pubblici)
Forse la definizione di Mino Zucchetti sta in una sola parola: è un
imprenditore. Lo è perché tende a prendere decisioni con molta velocità
e "seguendo" l'intuito più che considerazioni di dettaglio. Ha un
approccio molto spiccato per l'innovazione e crede in quello che fa
e nel "successo degli altri".
FABRIZIO
BERNINI (presidente della Zucchetti Centro Sistemi)
Ciò che per me caratterizza la sua personalità è il fatto che vede
le aziende come figli, rimanendo fermo ma anche tollerante con esse,
come un buon padre di famiglia, oserei dire che è un BUON PADRE DI
AZIENDE.
GIAMBATTISTA
BERNOCCHI (responsabile marketing della Zucchetti)
E' difficile ingabbiare Mino Zucchetti in poche e brevi definizioni;
è un'impresa ardua capire chi è veramente: quello che ha costruito
negli anni non basta per definirlo! Ha determinazione, coraggio ed
in particolare intuito. Modifica e ridefinisce, anche più volte, le
decisioni, con l'obbiettivo di migliorare continuamente. In lui l'uomo
e l'imprenditore non sono due entità distinte: credo che parte del
suo successo dipenda anche dal fatto che: nel lavoro ci mette il cuore
e si diverte moltissimo.
PAOLO
CAMIA (consigliere della Zucchetti.com)
Carisma, intuito, determinazione, praticità e capacità di analisi,
sono le caratteristiche di Mino Zucchetti come imprenditore.
STEFANO
COLNAGO (presidente della Zucchetti Lab)
Un vulcano in continua eruzione, un grande intuito per gli affari,
una grande capacità di 'leggere' le persone e riconoscerne le qualità,
una disponibilità verso tutti; modesto e capace di far sentire tutti
a proprio agio.
ALDO
MAZZOLI (general manager della Zucchetti Tam)
I) E' una persona che ha frenesia conoscitiva, nella sfera attinente
al lavoro ma non solo, vuole farsi un'idea di tutto. II) Mino dà una
grande importanza al tempo: per lui fare velocemente è sempre meglio.
II) Come imprenditore è certamente un "capitano coraggioso", che crede
ciecamente nella crescita, nello sviluppo e nell'innovazione.
GIORGIO
PICCOLI (consigliere d'amministrazione della Zucchetti Tools)
Entrando nel gruppo Zucchetti mi aspettavo un "imprenditore lombardo",
invece ho trovato in Mino Zucchetti un "lavoratore del Nord-Est".
Mi ha molto colpito la sua ricerca delle persone: Mino Zucchetti crede
nel talento.
DOMENICO
UGGERI (amministratore delegato della divisione gestionali, paghe
aziende e rilevatori presenze della Zucchetti spa)
E' un visionario che ha una grande capacità imprenditoriale, intuito
e flessibilità, sa generare motivazione e coinvolgimento; è di grande
esempio per l'attaccamento all'attività.
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